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Il 20 febbraio scorso a Ronciglione si è tenuto un interessante convegno sul Gioco storico della “corsa a vuoto”, la corsa dei “barberi”. Hanno partecipato all’incontro le associazioni rappresentanti dei commercianti, le associazioni sportive, i soggetti istituzionali promotori del nostro territorio.
Tutti indistintamente, dal vicesindaco al professore universitario, dal cittadino che ricorda le sue emozioni di bambino nello sfilare in costume con le bandiere del proprio rione, agli ussari, ai nasirosso, al commerciante, tutti hanno condiviso l’importanza del gioco che distingue il Carnevale di Ronciglione da tutti gli altri e lo rende unico: “la corsa a vuoto”.
Non molti sanno che se esiste via del Corso prima a Roma e poi, di lì, in ogni città è perché a questo gioco del carnevale romano si accorreva da tutta Europa e per renderlo più affascinante Alessandro VII fece raddrizzare via Lata per trasformarla nella via centrale di Roma, appunto via del Corso e la lapide di palazzo Fiano, ancora oggi, ci ricorda di secoli in cui il centro di Roma era un ippodromo per le festività cittadine. Si trattava di un gioco, diverso dagli altri, lì il cavallo non era uno strumento per la guerra, né il gioco era un addestramento militare , ma solo il ricordo di quando, nell’antichità e poi nel medioevo, il cavallo lo si lasciava girare libero attorno alle mura della città assediata quasi a schernire chi rimaneva chiuso dentro.
Alcuni, però, sembrano aver dimenticato sei secoli di storia a Roma, un gioco unico che ha millenni di tradizione e che vede in Ronciglione la sua ultima ricostruzione culturale. Certo non è solo un gioco, è divenuto nel tempo un marchio, una possibilità di identificazione turistica, uno strumento per presentare e diffondere prodotti del territorio.
Spesso a chi non apprezza dovutamente il valore di questo prodotto culturale e turistico chiedo : ”Andresti in vacanza a Valladolid”, il volto dell’interlocutore rimane “spaesato”, forse non ha chiara neppure la collocazione geografica; poi chiedo: “ Andresti a Pamplona?” e qui ottengo subito un sì o un no deciso. I più hanno dimenticato la capitale dell’impero su cui non tramontava mai il sole, dove studiosi di tutto il mondo vanno, ancora oggi, a cercare la loro storia nell’archivio di Simancas, ma certo tutti conoscono il gioco storico della corsa dei tori.
La corsa a vuoto di Ronciglione, è veramente un gioco, qui il cavallo non è uno strumento di addestramento per i cavalieri e questo gioco, anche mille anni fa, non era cruento né faceva male agli animali.
Saremmo ipocriti se vedessimo in tutto ciò un solo fatto culturale, se non segnalassimo grandi opportunità di marketing per il nostro territorio, che possiede qualcosa di unico, ma oggi a Ronciglione non c’è persona o associazione che non avverta il valore di questa opportunità che dura da mille anni e non consiste in 60 secondi di corsa, ma in un ricordo culturale capace di diventare marketing territoriale. Chi da fuori parla un altro linguaggio, sì, proprio come i “barbari” che balbettanti non riuscivano a farsi capire , dovrebbe rivolgere la guerra al maltrattamento degli animali altrove e noi saremmo solidali con lui perché qui a Ronciglione, la città che ha fatto riconoscere la razza del cavallo maremmano, i cavalli si amano davvero, né sono mai stati maltrattati.